Foglie d’autunno si appoggiavano sul viale

facevano un rumore assordante
vivevo in un castello dalle grandi sale
tremavo al pensiero d’essere troppo abbondante.
Mangiavo, bevevo, dormivo e piangevo
urlavo, cantavo, dipingevo e ridevo.
birra, poi vino poi lussurie di ogni genere
bacco tabacco e venere riducono l’uomo in cenere.
Era inverno.
Colsi un fiore, fu primavera
rimasi a sentire la natura che si risvegliava
il ronzio delle api la natura che si colora
pensavo all’estate che pian piano arrivava.
oh che caldo oh che afa
la metrica qui l’ho proprio pensata
non c’è sesso e non c’è inganno
l’amore vivo e passionale si fa tutto l’anno.